Da alcuni mesi in aeroporto i doganieri hanno iniziato a contestare la mancanza della marca sul passaporto, comminando multe che possono arrivare fino ai 700 euro.
Il problema è che la mancanza di informazioni chiare è tale da aver creato una serie di congetture che a volte inducono in errore gli stessi finanzieri e poliziotti.
La prima regola è che la marca va apposta solo in caso di un viaggio al di fuori dall'Unione Europea. Se però sia in andata sia al ritorno partiamo con un volo intercontinentale da una capitale europea (quindi per esempio voliamo da Malpensa a Parigi, e dalla Francia verso gli Stati Uniti) non siamo tenuti a comprare il bollo, contrariamente quindi a quanto invece si pensava. Questa è una delle contestazioni che avvengono più di frequente, ma la Legge 342/2000 all'art.55 chiarisce questo punto molto bene: "La tassa annuale sulle concessioni governative per il passaporto (...) deve intendersi dovuta esclusivamente per l'espatrio verso i Paesi diversi da quelli aderenti all'Unione europea". E' quindi palese che se espatrio verso la Francia senza marca da bollo sono assolutamente in regola con la legge, anche se si prosegue il viaggio da li verso un'altra destinazione.
La data di rilascio del bollo (quella che viene quindi stampata dal tabaccaio) non è la data della vidimazione, e non ha quindi alcuna attinenza con la sua validità: la marca vale infatti solo dalla data di timbratura delle autorità (di frontiera o della Questura, ma vale anche quella dell'ufficio postale o Aci), meglio se con un timbro metallico di quelli "ufficiali" per evitare ogni contestazione.
La scadenza della marca è quella che intercorre tra la data di timbratura e il giorno/mese di scadenza del passaporto: se la si appone il 10 giugno e il passaporto scade il 15 giugno, per assurdo vale solo per 5 giorni, e se riparto il 20 giugno per l'Australia devo comprarne una seconda, che mi scadrà il 19 giugno dell'anno successivo.
Se il passaporto non è scaduto anche se privo di marca, è pienamente valido, ma il problema potrebbe nascere nel momento in cui ci viene contestata l'infrazione, perché possono trattenerci per il tempo necessario a contestarci tutto e sanzionarci, e se nel frattempo il volo parte non è certo un loro problema.
La contestazione può riguardare gli ultimi tre anni, ed è sufficiente sfogliare il passaporto per vedere i timbri d'ingresso dei paesi dove si è stati, confrontare le date delle marche ed in un solo colpo ritrovarsi con più di 2.000 euro da pagare.
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