Dobbiamo dire che ce lo aspettavamo che Tripadvisor potesse essere sanzionato per il mancato controllo sulla provenienza di molte recensioni. Alcune davano l'impressione di essere spot pubblicitari ben confezionati per quella o quell'altra struttura, mentre in altri casi si aveva l'impressione di essere di fronte a vendette da parte dei clienti che non erano riusciti ad ottenere dalla struttura quello che volevano e non gli spettava. Chiunque, dotato di buon senso, avrebbe infatti subito dubitato della veridicità di queste. I professionisti del settore travel erano abituati a predere con le "molle" quello che leggevano. Ben più attendibilità avevano infatti siti di booking online che raccoglievano solo le recensioni di chi in quella struttura c'era effettivamente stato, in quanto aveva prenotato tramite loro. L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha infatti vietato la diffusione e la continuazione di una pratica commerciale consistente nella “diffusione di informazioni ingannevoli sulle fonti delle recensioni”, adottando strumenti e procedure di controllo inadeguati a contrastare il fenomeno delle false recensioni. TripAdvisor, infatti, pubblicizza la propria attività mediante claim commerciali che, in maniera particolarmente assertiva, enfatizzano il carattere autentico e genuino delle recensioni, inducendo così i consumatori a ritenere che le informazioni siano sempre attendibili in quanto espressione di reali esperienze turistiche.
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