Nel pomeriggio di ieri il Ministero degli Esteri italiano ha esteso lo sconsiglio ad effettuare viaggi a tutto il territorio egiziano, incluse anche le località costiere sul Mediterraneo e sul Mar Rosso. In questo modo è scattata la possibilità per i turisti di recedere dal contratto sottoscritto per un viaggio verso queste destinazioni, senza dover pagare penali. Questo per l'impossibilità sopravvenuta (artt. da 1256 a 1258 del codice civile) di eseguire quanto ci si era impegnati a fare. In punta di diritto qualcuno ritiene che lo sconsiglio della Farnesina non possa configurare un caso di impossibilità della prestazione tale da annullare il contratto senza dover pagare penali. Lo sconsiglio
è
però un indicatore della situazione di
emergenza in cui versa il paese sconsigliato, che può incidere sulla fruizione totale o parziale
del periodo di vacanza fino a costituire un reale pericolo per l'incolumità fisica dei viaggiatori. Come affermato da diversi Giudici di Pace questo può accadere anche se la
prestazione è,
in
astratto,
ancora
eseguibile, in quanto
viene
meno
la
possibilità
che il viaggio possa costituire occasione di svago e relax, che sono gli scopi per cui si parte. Infatti tutto sarebbe compromesso
dalla
paura
del pericolo potenziale.
Tutti i Tour Operator hanno immediatamente sospeso le partenze per il Mar Rosso, offrendo la possibilità di ottenere un rimborso integrale di quanto pagato, oppure di scegliere un'altro pacchetto turistico verso un'altra meta. Se il nuovo pacchetto fosse di valore inferiore al primo, al cliente spetta il rimborso della differenza, mentre se questo fosse di valore superiore il cliente dovrebbe pagare la differenza. Sempre in punta di diritto il primo comma dell'art 42 del Codice del Turismo afferma che quando "il pacchetto turistico viene cancellato prima della partenza per qualsiasi motivo, tranne che per colpa del turista, questi ha diritto di usufruire di un altro pacchetto turistico di qualità equivalente o superiore senza supplemento di prezzo o di un pacchetto turistico qualitativamente inferiore, previa restituzione della differenza del prezzo". Inoltre, molti Tour Operator, propongono un rimborso integrale ad esclusione delle quote di iscrizione e delle assicurazioni. Questo non è un comportamento corretto, in quanto le quote di iscrizione che, per molti versi, hanno la stessa ragion d'essere del coperto nei ristoranti, sono un inutile balzello che solo gli operatori turistici italiani si ostinano a far pagare con le motivazioni più assurde. Alcuni sostengono che vadano a coprire i costi amministrativi, altri i costi dei gadget ecc., come se questi non potessero essere caricati su tutto il venduto, così come il costo della tovaglia, dei tovaglioli del piatto e delle posate, ragione per cui si paga il coperto, non possano essere fatti pagare caricandola sui costi generali. In realtà le quote di iscrizione costituiscono una tecnica per pagare meno gli intermediari, in quanto essi ottengono delle comissioni solo sulla quota base e non sulle quote accessorie. Se poi si guarda nello specifico all'Egitto i tour operator hanno avuto un'altra voce di guadagno senza dover cedere neanche un centesimo alle agenzie intermediarie: il visto egiziano. Questo francobollo che viene incollato sul passaporto oppure su un cartoncino da allegare alla carta d'Identità, viene fatto pagare 25 Euro da quasi tutti i Tour Operator, mentre al confine egiziano oppure in Consolato costa 15 USD.
Tutti i Tour Operator hanno immediatamente sospeso le partenze per il Mar Rosso, offrendo la possibilità di ottenere un rimborso integrale di quanto pagato, oppure di scegliere un'altro pacchetto turistico verso un'altra meta. Se il nuovo pacchetto fosse di valore inferiore al primo, al cliente spetta il rimborso della differenza, mentre se questo fosse di valore superiore il cliente dovrebbe pagare la differenza. Sempre in punta di diritto il primo comma dell'art 42 del Codice del Turismo afferma che quando "il pacchetto turistico viene cancellato prima della partenza per qualsiasi motivo, tranne che per colpa del turista, questi ha diritto di usufruire di un altro pacchetto turistico di qualità equivalente o superiore senza supplemento di prezzo o di un pacchetto turistico qualitativamente inferiore, previa restituzione della differenza del prezzo". Inoltre, molti Tour Operator, propongono un rimborso integrale ad esclusione delle quote di iscrizione e delle assicurazioni. Questo non è un comportamento corretto, in quanto le quote di iscrizione che, per molti versi, hanno la stessa ragion d'essere del coperto nei ristoranti, sono un inutile balzello che solo gli operatori turistici italiani si ostinano a far pagare con le motivazioni più assurde. Alcuni sostengono che vadano a coprire i costi amministrativi, altri i costi dei gadget ecc., come se questi non potessero essere caricati su tutto il venduto, così come il costo della tovaglia, dei tovaglioli del piatto e delle posate, ragione per cui si paga il coperto, non possano essere fatti pagare caricandola sui costi generali. In realtà le quote di iscrizione costituiscono una tecnica per pagare meno gli intermediari, in quanto essi ottengono delle comissioni solo sulla quota base e non sulle quote accessorie. Se poi si guarda nello specifico all'Egitto i tour operator hanno avuto un'altra voce di guadagno senza dover cedere neanche un centesimo alle agenzie intermediarie: il visto egiziano. Questo francobollo che viene incollato sul passaporto oppure su un cartoncino da allegare alla carta d'Identità, viene fatto pagare 25 Euro da quasi tutti i Tour Operator, mentre al confine egiziano oppure in Consolato costa 15 USD.
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