In Piemonte è all'ordine del giorno il tema della riduzione dei fondi destinati al trasporto pubblico locale, con conseguente riduzione dei servizi. Questo momento di crisi del trasporto pubblico locale, dev'essere anche un momento di serio ripensamento dello stesso, in quanto così com'è non può funzionare. Non va ridotto, ma bensì potenziato. Questo dev'essere fatto però in modo intelligente, perchè, se è vero che non si possono continuare a finanziare treni che viaggiano vuoti, ci si deve rendere conto che nemmeno i Frecciarossa ed Italo avrebbero passeggeri se non si facessero delle azioni di marketing per stimolare la domanda e si cercasse di venire incontro alle esigenze dei clienti (effettivi e/o potenziali). Quello del trasporto pubblico locale è un tema che non coinvolge solo i residenti, che magari in questo periodo avrebbero bisogno di più servizi e di servizi che riuscissero a soddisfare meglio le loro esigenze, ma anche i turisti. E' infatti impensabile poter pensare di incrementare i flussi se non si cercherà di avere una rete di trasporto pubblico all'altezza. Prima di tutto sarebbe necessario prevedere un sistema integrato, che permetta facili coincidenze tra i diversi vettori del trasporto pubblico locale, un sistema di informazione unico e completo ed un sistema tariffario unico ed integrato. A questo proposito la Svizzera docent avendo un sistema integrato ed anche un sistema come lo Swiss Pass che permette al turista di muoversi in piena libertà su tutti i mezzi a disposizione. Cosa succede invece più a sud, in Piemonte per intenderci ? L'anno scorso un turista che da Torino avesse voluto recarsi con i mezzi pubblici ad Arona, sul Lago Maggiore, sarebbe rimasto a Torino tutto il giorno ad aspettare il bus, questo perchè il bus sostitutivo del treno, gestito dalla Provincia del Verbano Cusio Ossola, partiva da Porta Susa, invece che da Porta Nuova come era erroneamente indicato sull'orario di Trenitalia. Purtroppo non è dato sapere chi sia il responsabile di questo disservizio, e chi ne sia stato vittima non sa su chi rivalersi, in quanto Trenitalia ed amministrazione provinciale del VCO giocano allo scaricabarile. Ben diverso sarebbe stato il comportamento di un'azienda privata che ha a cuore i propri clienti. Altro caso da manuale è quello per cui nessuno riesca a recarsi da Milano, Torino o Novara sul Lago d'Orta per effettuare una gita in giornata con i mezzi pubblici in un giorno festivo, con orari decenti ovviamente. L'aggravante è dovuta al fatto che per conoscere gli orari dei bus di linea che servono Orta bisogna, prima di tutto, individuare la ditta concessionaria del servizio, e poi aprirsi tutti i pdf degli orari delle linee gestite dalla società disponibili sul suo sito e consultarli integralmente. Un lavoro veramente immane per capire che non si può fare nulla. Purtroppo il tema del trasporto pubblico locale è un tema troppo importante per lasciarlo gestire ai politici. Se fosse dipeso da loro, forse, avrebbero anche fatto chiudere la bellissima Vigezzina che collega Locarno a Domodossola.
Purtroppo stanno chiudendo molte ferrovie secondarie. Alcune di queste potrebbero essere recuperate e gestite non solo per il trasporto pubblico locale, ma anche in un'ottica di sviluppo turistico. Qualcuno ha proposto poi di estirpare i binari da queste linee per creare al loro posto delle piste ciclabili. Questo appare un'assurdo, in quanto qual è quel paese lungimirante che distrugge le proprie opere pubbliche. Con questo non si vuole dire che le piste ciclabili non vadano costruite, ma che esse possano tranquillamente coesistere con la linea ferrata e, insieme, fare un lavoro di squadra che abbia ricadute positive sul territorio attraversato. Queste linee non sono certo ad Alta Velocità, la cui filosofia è diversa, essendo quella di far spostare velocemente le persone da un luogo all'altro. A questo proposito va detto che non esistono valide ragioni per contrastarne lo sviluppo, in quanto anche l'azione del movimento no TAV non è guidata da nessun elemento razionale, ma forse solo dal pregiudizio. Si dovrebbero chiedere chi sono loro per imporre agli altri di non raggiungere Parigi da Torino in un tempo minore, se lo vogliono, e, oltretutto, con uno dei mezzi di trasporto più ecologici. Forse dovremmo essere felici della decrescita ? Magari qualcuno lo potrà essere, però nessuno dovrà essere così arrogante da imporre il proprio punto di vista a tutti gli altri. La nostra aspirazione dovrà essere sempre quella di una crescita felice, ben inteso, sempre in armonia con il creato e gli altri abitanti del pianeta. Seguendo questa visione possiamo accettare il modo di vedere di chi si vuole muovere velocemente tra due località, ma anche chi si vuole muovere lentamente attraverso un territorio per conoscerlo ed assaporarlo. In questo secondo caso sono di grande aiuto le ferrovie secondarie, che, sfruttate anche in un ottica turistica, possono costituire il volano di un'ulteriore sviluppo turistico del territorio. Ad esempio, unire tutti i "rami secchi" che vanno da Milano, via Vigevano, Mortara, Casale Monferrato, Asti, Alba, Fossano, Cuneo, Limone Piemonte alla Costa Azzurra ed alla Liguria di Ponente in una ferrovia a valenza turistica, può costituire un potente volano per lo sviluppo turistico del territorio attraversato. E' escluso che ad intraprendere una tale impresa possa essere un politico, in quanto per sua intrinseca natura caraterizzato da una forte miopia congenita. Lo potrà fare un imprenditore particolarmente illuminato, oppure la gente del posto che, attraverso il crowdfunding, potrà raccogliere l'ingente capitale necessario per fondare una nuova società ad azionariato diffusissimo, con questo preciso scopo. Si potrà così avere l'ingente capitale necessario per realizzare il progetto, suddividere il rischio dell'impresa tra una moltitudine di soggetti e avere la forza per opporsi agli ostacoli che, inevitabilmente, l'ex monopolista metterà in campo.
Purtroppo stanno chiudendo molte ferrovie secondarie. Alcune di queste potrebbero essere recuperate e gestite non solo per il trasporto pubblico locale, ma anche in un'ottica di sviluppo turistico. Qualcuno ha proposto poi di estirpare i binari da queste linee per creare al loro posto delle piste ciclabili. Questo appare un'assurdo, in quanto qual è quel paese lungimirante che distrugge le proprie opere pubbliche. Con questo non si vuole dire che le piste ciclabili non vadano costruite, ma che esse possano tranquillamente coesistere con la linea ferrata e, insieme, fare un lavoro di squadra che abbia ricadute positive sul territorio attraversato. Queste linee non sono certo ad Alta Velocità, la cui filosofia è diversa, essendo quella di far spostare velocemente le persone da un luogo all'altro. A questo proposito va detto che non esistono valide ragioni per contrastarne lo sviluppo, in quanto anche l'azione del movimento no TAV non è guidata da nessun elemento razionale, ma forse solo dal pregiudizio. Si dovrebbero chiedere chi sono loro per imporre agli altri di non raggiungere Parigi da Torino in un tempo minore, se lo vogliono, e, oltretutto, con uno dei mezzi di trasporto più ecologici. Forse dovremmo essere felici della decrescita ? Magari qualcuno lo potrà essere, però nessuno dovrà essere così arrogante da imporre il proprio punto di vista a tutti gli altri. La nostra aspirazione dovrà essere sempre quella di una crescita felice, ben inteso, sempre in armonia con il creato e gli altri abitanti del pianeta. Seguendo questa visione possiamo accettare il modo di vedere di chi si vuole muovere velocemente tra due località, ma anche chi si vuole muovere lentamente attraverso un territorio per conoscerlo ed assaporarlo. In questo secondo caso sono di grande aiuto le ferrovie secondarie, che, sfruttate anche in un ottica turistica, possono costituire il volano di un'ulteriore sviluppo turistico del territorio. Ad esempio, unire tutti i "rami secchi" che vanno da Milano, via Vigevano, Mortara, Casale Monferrato, Asti, Alba, Fossano, Cuneo, Limone Piemonte alla Costa Azzurra ed alla Liguria di Ponente in una ferrovia a valenza turistica, può costituire un potente volano per lo sviluppo turistico del territorio attraversato. E' escluso che ad intraprendere una tale impresa possa essere un politico, in quanto per sua intrinseca natura caraterizzato da una forte miopia congenita. Lo potrà fare un imprenditore particolarmente illuminato, oppure la gente del posto che, attraverso il crowdfunding, potrà raccogliere l'ingente capitale necessario per fondare una nuova società ad azionariato diffusissimo, con questo preciso scopo. Si potrà così avere l'ingente capitale necessario per realizzare il progetto, suddividere il rischio dell'impresa tra una moltitudine di soggetti e avere la forza per opporsi agli ostacoli che, inevitabilmente, l'ex monopolista metterà in campo.
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